La Parrocchia “San Giovanni Bosco” oggi: ruoli e sfide in ambito sociale
Con gioia e gratitudine, ho iniziato a ricoprire il ruolo di assistente sociale presso la Parrocchia Don Bosco in Zurigo nel settembre del 2021.
Dopo un anno di lavoro molto intenso, ho avuto la possibilità di sperimentare e di raccogliere elementi sufficienti a presentare alcuni fotogrammi sullo stato attuale della parrocchia, sul suo ruolo nell’ambito dei processi di migrazione, sulle esigenze di coloro che la frequentano e sulle sfide che si presenteranno in futuro. Lavorare in ambito sociale presso una parrocchia linguistica è un lavoro che considero non solo molto interessante ma anche, sotto diversi aspetti, affascinante ed intellettualmente stimolante.
La diaconia nella Chiesa.
È un dato di fatto che il ruolo dell’assistenza sociale nell’ambito della Chiesa Cattolica svizzera, e in particolare presso una Parrocchia linguistica che si occupa primariamente di migrazione, sia alquanto differente rispetto allo stesso lavoro che viene offerto in ambito civile.
Nella Chiesa, questo servizio ormai professionalizzato, è parte integrante di uno dei quattro pilastri che reggono la missione stessa della Chiesa, ossia la diaconia (gli altri tre pilastri sono: il kerigma, la liturgia e la koinonia).
La diaconia, a sua volta, si concretizza nel servizio sociale della Parrocchia tramite diverse espressioni:
- Diaconia sociale (es. consulenza individuale…)
- Diaconia caritativa (es. aiuto concreto…)
- Diaconia integrativa (es. lavoro in comunità, lavoro in gruppi e progetti, organizzazione di eventi…)
- Diaconia politica (es. sensibilizzazione sui temi attuali della vita sociale…)
- Diaconia pastorale e liturgica (es. visita e comunione agli ammalati, contributi vari nella liturgia…)
Si tratta, come si può ben immaginare, di un’offerta di servizi molto più articolata rispetto al servizio sociale così come inteso e offerto dalle istituzioni della città (caratterizzato da asetticità, eminentemente giuridico e scarsamente personalizzato), per il quale la persona è considerata solamente come un percettore, posta l’esistenza di determinati requisiti, di certi servizi normati dalla legge e dai regolamenti. Null’altro che questo.
Nella diaconia di una Parrocchia, invece, la persona è considerata come soggetto nella sua interezza, includendone anche gli aspetti psicologici e spirituali. Pertanto, è richiesta molta più flessibilità e tolleranza nella valutazione delle richieste ricevute.
In altre parole, anche se talvolta certi prerequisiti non vengono perfettamente soddisfatti da chi bussa alla nostra porta, si cerca lo stesso di aiutare e di dare del sostegno, come è nella natura propria della Chiesa.
La mia esperienza.
Durante quest’anno di servizio prestato nella Parrocchia Don Bosco, ho potuto sperimentare e attuare tutte le forme di diaconia sopra elencate.
Un servizio davvero variegato, multiculturale, a 360 gradi e a differenti livelli. Un servizio, cioè, che riguarda tantissimi aspetti della vita sociale, lavorativa, economica, spirituale, affettiva e sanitaria degli individui più diversi, essendo -per definizione- un lavoro trasversale.
Qualche esempio concreto:
- Le persone anziane: non conoscendo la lingua, si rivolgono al servizio sociale per la spiegazione, traduzione, compilazione di diversi formulari oppure per il calcolo delle imposte e la predisposizione dei relativi documenti.
- I giovani che cercano lavoro: richiedono un sostegno per la creazione o l’attualizzazione del curriculum vitae, per la ricerca di un impiego, per scrivere delle lettere di presentazione o per comprendere come funziona la vita nella città di Zurigo e conoscerne la diversità delle offerte di servizi.
- Alcuni membri della comunità del Bangladesh: avendo cittadinanza italiana, richiedono sostegno per i contatti con il consolato, l’Aire, e per la compilazione di diversi formulari, per la ricerca di lavoro ed altro.
- Le persone che desiderano svolgere attività di volontariato: queste importanti risorse vanno gestite e coordinate in vista di un inserimento sempre più efficace nel tessuto sociale parrocchiale.
- I vari gruppi attivi nell’ambito parrocchiale: gruppi di svago e socializzazione per le persone della terza età (coro romantici); il gruppo di visita agli ammalati (San Vincenzo); gli animatori del centro familiare (volontari); i ministri straordinari della comunione e via dicendo.
- Coloro che desiderano implementare le proprie conoscenze, con la creazione di corsi ad hoc (aperti anche a persone esterne) di lingua tedesca, di informatica, di stimolazione cognitiva, di presentazione della città di Zurigo, peraltro effettuati in collaborazione con enti formativi e istituzioni cittadine.
- Coloro che desiderano una visione sistematica ma accessibile in merito a diversi aspetti della vita lavorativa e previdenziale, mediante l’offerta di giornate e serate formative e informative svolte in collaborazione con enti professionali (quali, ad esempio, il patronato Inas).
Come si può vedere, si spazia dalla consulenza individuale all’organizzazione di progetti, eventi, serate formative e informative.
Questi servizi, totalmente gratuiti, sono da tutti apprezzati e valorizzati, perché a tutti, oltre all’aiuto concreto che di volta in volta offriamo, è garantito il rispetto dovuto alle persone e alla loro dignità, nonostante le differenti condizioni sociali, di razza, di sesso, politica o religione.
Due generazioni a confronto.
La maggior parte dei nostri parrocchiani è composta da italiani di prima generazione, cioè di persone giunte in Svizzera tra il 1950 e il 1960. Sono coloro che hanno scritto la storia della migrazione in Svizzera e hanno un profondo legame affettivo con la Missione Cattolica di Zurigo, perché sono cresciuti insieme con lei, in alcuni casi accompagnandone da vicino anche le trasformazioni architettoniche e strutturali.
Per queste persone, la Parrocchia don Bosco è stata e rimane, il centro di riferimento più importante per la migrazione italiana e italofona in Zurigo.
Il lavoro sociale dedicato alle persone in questa fascia di età, si concretizza in molte attività pensate per loro e per le loro esigenze: socializzazione guidata tra coetanei, momenti di svago per combattere la povertà relazionale, incontri per riempire la loro solitudine, accompagnamento durante le fasi critiche della vita, ecc. Questo lavoro è, evidentemente, richiesto dalla necessità dei tempi e dalla situazione generata dalla recente pandemia.
Diverso è il caso dei nuovi arrivati a Zurigo negli ultimi anni: questi ultimi parlano perfettamente italiano, sono per la maggior parte laureati e conducono una gratificante vita lavorativa. Per questa nuova generazione, le esigenze pastorali risultano essere totalmente differenti. Si rileva il bisogno, non tanto di assistenza quanto di accompagnamento (esigenza sentita anche da coloro che rimangono solo un paio d’anni a Zurigo) nel sistema sociale e amministrativo cittadino.
Questi diversi aspetti vanno di pari passo e rappresentano la sfida futura delle MCLI, chiamate a offrire sostegno mediante lo sviluppo di relazioni tangibili e trasversali all’interno della società.
Conclusione
Il messaggio evangelico viene trasmesso da noi anche cosi, attraverso la testimonianza dell’“esserci per l’altro”, generosamente, gratuitamente e senza grandi proclami.
Esserci! Essere disponibili nel dare una mano a chi ha bisogno. Un orecchio per saper ascoltare le preoccupazioni della vita. Una spalla su cui potersi riposare lungo le fatiche di questo cammino terreno. Due occhi per guardare in faccia, ridare dignità ed esprimere vicinanza a chi ha sete di giustizia e si sente solo, e due mani per accarezzare, dare forza e tirare su chi questa forza l’ha smarrita da tempo.
Che grande opera di testimonianza ed evangelizzazione svolge la diaconia nella Chiesa! È la fede proclamata che si mette in pratica, è l’offerta del nostro cuore e delle nostre mani a Dio, perché continui a compiere le Sue meraviglie attraverso di noi.
Come nei tempi antichi, ogni parrocchia dovrebbe riservare alla diaconia uno spazio privilegiato.
Con queste premesse, e guardando alla storia della Parrocchia don Bosco, mi sembra di poter affermare che oggi la comunità si trova su un’ottima strada.
La guida della Parrocchia è affidata a un Parroco di indiscusse qualità intellettuali, morali e lavorative, nonché attento alle istanze che i tempi attuali richiedono.
Il mio sostegno alla comunità nel settore delle attività sociali, è forte di una esperienza trentennale nel campo sociale e pastorale, ragion per cui le basi per costruire serenamente il futuro della Parrocchia a servizio della presenza italiana a Zurigo sembrano ben solide e documentabili. Prova ne è il fatto che, appena usciti dal tempo della pandemia, abbiamo ripreso tutte le attività a pieno regime e con ottimi riscontri da parte della comunità e dei nostri ospiti.
Francesco Cosentino
Assistente sociale