Un pensiero di Don Franco per Itala
Itala una luce luminosa, lassù in alto…
Nel silenzio, ovattato dalla neve, se n’è andata Itala il simbolo della Missione “Albis”, così si chiamava la Missione Italiana nel 1980 con sede a Horgen.
Ricordo ancora le sue parole quando accettò di essere assunta come segretaria al centro della Missione alla Alte Landstrasse:
“Sono disponibile, io emigrante a 18 anni ma ormai cresciuta, ad aiutare la mia gente.” Nel 1980 c’erano tanti problemi: umani e sociali. Lei disse con sincerità: “La nostra Missione deve essere come un porto dove approdano le persone con i loro problemi, umani, sociali e religiosi. Dobbiamo essere capaci e disponibili ad ascoltarli, e camminare con loro. Certo c’è il lavoro di segreteria, ci impegneremo anche lì in quel campo. Prima di tutto ci sono loro: Persone con i loro problemi.”
I genitori con i loro problemi: i ragazzi a scuola, i problemi di separazioni matrimoniali, donne abbandonate dai mariti, che se ne vanno in Italia per non versare alimenti alle famiglie.
Con il suo eterno sorriso, con una battuta, si prendeva a cuore la situazione, donando serenità e soluzione ai problemi.
Quando nel 2000 abbiamo lasciato la Missione Albis per andare a vivere a Obersaxen, nel Canton Grigioni, durante i momenti di quiete, prendeva in mano la guida telefonica della zona di Horgen e mormorava: “Che ne sarà della nostra cara gente?”.
Il gruppo giovani “Amici di tutti” aveva preso il suo cuore. Li sentiva i suoi ragazzi che le confidavano le loro preoccupazioni, i problemi, sapendo di essere ascoltati.
Meraviglioso anche il rapporto di collaborazione con la comunità di lingua tedesca. Il suo commento andava oltre la realtà. Lei commentava: “La Missione Italiana non è la parrocchia italiana, la Missione è per i problemi che riguardano gli italiani, ma il loro parroco è il prete svizzero, il Missionario e un suo collaboratore.
Apprezzata la scelta fatta da me, di vivere in casa parrocchiale. Lei semplice donna, già nel lontano 1990 sosteneva il declino delle Missioni Italiane in Svizzera e diceva: “L’emigrazione è cambiata. Le nuove generazioni sono cambiate: sono integrate nel tessuto sociale. E questo le Missioni non l’hanno ancora capito; almeno quelli che stanno al comando. Pazienza. “
Se n’è andata silenziosamente mentre cercava di recuperare le sue forze. Se n’è andata dicendo: “Abbiamo lavorato bene insieme pensando di aiutare gli altri.”
Mi ha colpito il ricordo di tante persone che non credevano che se ne fosse andata.
Il dono più bello per Itala: Essere viva nel cuore di tante persone.
A me la gioia di essere stato suo compagno di viaggio. Lei è partita per un viaggio, ma non è morta, continua a vivere nel nostro cuore.
Don Franco Besenzoni